“Per il decollo della finanza digitale italiana e’ bene che l’Italia si posizioni quanto prima, con un’impostazione capace di offrire fiducia e di attrarre, con la fiducia, risorse e investitori”. E’ l’auspicio espresso da Paolo Ciocca, componente della Consob, nel corso dell’audizione sul Pacchetto Ue finanza digitale convocata dalla commissione Finanze della Camera. “E’ certamente interesse del regolatore nazionale – ha aggiunto – che si stabiliscano anche sul mercato italiano le infrastrutture e gli attori di questo nuovo mondo della finanza digitale: penso in particolare a exchanges e wallet providers”.
Ciocca ha fatto rilevare, in particolare, che nella “competizione tra ordinamenti”, ha fatto rilevare, “Francia, Germania ma anche Lussemburgo, Lichtenstein e Svizzera hanno emanato un’apposita cornice normativa per l’emissione e la circolazione in tecnologia Dlt”. E per la Consob “occorre quindi introdurre al piu’ presto un nuovo quadro normativo che, modificando il codice civile ed il Tuf, preveda uno specifico regime per l’emissione e circolazione dei titoli in forma digitale. Questo tassello nazionale e’ una ‘conditio sine qua non’ per costruire un mercato attrattivo e affidabile”.
“Una delle principali novita’ del pacchetto digitale – ha evidenziato Ciocca – e’ la possibilita’ di emettere e negoziare strumenti finanziari digitalmente tramite Dlt. Ora, la disciplina Ue non tocca gli aspetti piu’ squisitamente civilistici e di diritto societario, essendo questi rimessi al legislatore nazionale. Conseguentemente spetta allo stesso legislatore nazionale introdurre nel proprio ordinamento la cornice normativa atta a permettere l’emissione e la circolazione di strumenti finanziari in forma digitale”. Il commissario Consob ha inoltre fatto rilevare che “il mercato nazionale si sta preparando per questo salto proprio in vista delle nuove regole Ue, al fine di sfruttarne al meglio le opportunita’. Si pensi alla recente emissione obbligazionaria su blockchain permissionless Ethereum effettuata dalla Banca Europea per gli Investimenti in collaborazione con Socie’te’ Ge’ne’rale e la Banca di Francia. Non a caso, si tratta di un’operazione disciplinata dal diritto francese, poiche’ in Francia vige da anni un quadro giuridico ad hoc sui titoli registrati in Dkt”. Ciocca ha peraltro sottolineato che “l’inerzia in questo contesto non e’ un’opzione: senza un’adeguata e tempestiva cornice giuridica verremmo relegati a mero mercato di sbocco, senza fruire dei benefici del nuovo sistema. Ed il tempo di questi nuovi mercati e’ dettato dall’effetto rete e dalle dinamiche di piattaforma, che quindi conducono, soprattutto per le nuove infrastrutture, alla nascita di monopoli naturali. Il vantaggio per i ‘first mover’ e’ determinante”.
Mentre, ha concluso, “le nuove regole europee sulla finanza digitale rappresentano un ‘big bang’ al quale bisogna dare una tempestiva risposta di sistema”.
“In Consob crediamo sia giunto il momento di prendere in considerazione l’introduzione di presidi piu’ stringenti gia’ nella fase promozionale, anche on-line, in particolare quando si ha a che fare con prodotti atipici e piu’ difficili da comprendere”. “Mi riferisco ad esempio – ha chiarito – all’opportunita’ di vietare campagne pubblicitarie quantomeno in assenza di un white paper e di presidi di trasparenza”. E secondo il rappresentante della Commissione “se non sara’ prevista una soluzione a livello UE, ad esempio in MiCAR (disciplina specifica dei crypto-asset diversi dagli strumenti finanziari, ndr) andrebbero valutate misure nazionali, che valgano a proteggere i risparmiatori italiani. Sarebbe un modo di rendere attuale il dettato dell’articolo 47 della Costituzione”.
Piu’ in generale Consob auspica “poteri minimi omogenei delle Autorita’ nazionali”, attraverso l’introduzione anche a livello europeo di “adeguate misure di contrasto all’abusivismo e alle attivita’ fraudolente svolte sulla rete”. E su questo fronte, ha fatto rilevare Ciocca, la Commissione “puo’ e deve fungere da modello per altre autorita’ omologhe in Ue”.
Il caso Gamestop e il ruolo svolto dai social, ha infine osservato, pone in evidenza la necessita’ di “attivarsi tramite nuovi canali di educazione finanziaria, inclusa la rete, in modo da arrivare proprio a quegli investitori che nei social hanno trovato una nuova modalita’ di partecipare attivamente al mercato finanziario”.