Negli Stati Uniti arriva la web tax. Sembra uno scherzo considerato come e quanto l’amministrazione Trump si sia scagliata contri i paesi che volevano imporre una equa tassazione anche ai giganti tecnologici, tra cui anche l’Italia, ma non è affatto così. Lo stato del Maryland, infatti, ha approvato un prelievo sul fatturato dei giganti della tecnologia, con particolare riferimento ai proventi pubblicitari. Il gettito stimato è di 250 milioni di dollari nel primo anno e andrà a finanziare il sistema scolastico. La misura è entrata in vigore dopo che il senato dello stato del Maryland ha votato venerdì per far saltare il veto che il governatore aveva imposto sul prelievo. Ma nella patria dei giganti del digitale, sono numerosi gli stati che stanno perseguendo web tax simili a quelle introdotte in Europa. I legislatori del Connecticut e dell’Indiana, per esempio, come spiega il New York Times, hanno già approvato disegni di legge per tassare i giganti di Internet. Diversi altri stati, come West Virginia e New York, non sono riusciti ad approvare misure simili l’anno scorso, ma i loro sostenitori potrebbero rinnovare la loro spinta dopo il successo del Maryland. La web tax del Maryland si applica alle entrate sugli annunci digitali visualizzati all’interno dello stato. Un’azienda che fattura almeno 100 milioni di dollari all’anno di entrate globali, ma non più di 1 miliardo di dollari all’anno, dovrà affrontare una aliquota del 2,5% sui suoi annunci.
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